Ai consumatori consapevoli delle problematiche ambientali fanno gola la frutta e la verdura biologica. Tuttavia, benché questo accresciuto interesse rappresenti un fenomeno positivo, il settore si trova ad affrontare particolari problemi sul fronte della supply chain quando si tratta di far fronte alla domanda . Da quasi 25 anni a questa parte, Edward Out, Managing Director e co-fondatore di OTC Organics B.V. nei Paesi Bassi, affronta queste problematiche in base a una strategia olistica, e con coscienza. Il suo successo è dovuto a una serie di soluzioni innovative e a una scelta oculata di partner, produttori e pratiche commerciali sostenibili.
Con la sua capacità di cogliere il quadro d’insieme e la sua passione per la sostenibilità, Edward Out ha sempre fatto le cose diversamente dagli altri. Dopo quasi 25 anni di carriera nel settore del commercio di prodotti biologici e della bioagricoltura, Edward è consapevole della necessità di gestire la sostenibilità secondo modalità olistiche e adottando soluzioni innovative. Inoltre, egli considera le partnership a lungo termine particolarmente importanti al fine di ottenere i risultati desiderati.
"Sin dall’inizio, abbiamo deciso di instaurare rapporti con le aziende produttrici e di condividere la responsabilità di tutte le fasi della supply chain", spiega E. Out, il cui esordio nel settore risale a un’epoca in cui, a differenza di oggi, i prodotti biologici non erano ampiamente accettati o considerati "cool". In veste di Managing Director e co-fondatore di OTC Organics B.V. nei Paesi Bassi, E. Out è ora a capo del principale importatore europeo di frutta e verdura fresca biologica. La sua azienda costituisce inoltre un partner strategico per fornitori e clienti internazionali.
Quando parla del suo lavoro, E. Out mostra grande passione per il settore e un’incrollabile dedizione per quanto riguarda il conseguimento della sostenibilità a lungo termine. Si tratta di una mentalità innovativa, che si trova alla base della stretta collaborazione con IFCO e delle scelte fatte dall’azienda. Questa filosofia è inoltre ribadita dall’incisivo slogan dell’azienda: "Esperti biologici con coscienza!".
Operare con coscienza rende l’attività commerciale più complicata, ma anche più gratificante. Edward Out e il suo team prendono sempre in considerazione le conseguenze a lungo termine delle loro decisioni. Da questo punto di vista, le somiglianze fra la sua azienda e IFCO risultano evidenti più che mai: anch’essa prende in considerazione non solo l’ambiente e l’attività, ma anche le aziende agricole, con cui ha instaurato una partnership, e la clientela. In più, proprio come IFCO, anch’essa mira con il suo intero operato a una maggiore sostenibilità dell’intera supply chain estera dei prodotti biologici.
Ormai da molti anni a questa parte, OTC Organics opera in collaborazione con aziende agricole di tutto il mondo al fine di fornire ai clienti europei prodotti biologici freschi di alta qualità. Fra gli articoli in questione si annoverano agrumi, lime e uva provenienti rispettivamente da Messico e Sud Africa, Colombia e Sud Africa. Come chiarito da E. Out, indipendentemente dalla località, dalla destinazione o del tipo di frutta o verdura, il suo team offre un’assistenza specialistica ad aziende agricole e rivenditori.
Ad esempio, agronomi alle sue dirette dipendenze contribuiscono a formulare strategie orientate a modificare le prassi agricole correnti al fine di ottenere le certificazioni biologiche necessarie ai mercati aziendali di riferimento, fra cui l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Si tratta di un approccio innovativo, ideale per consolidare partnership a lungo termine e rendere più sostenibile l’attività di tutti gli operatori coinvolti. E questo è solo un esempio.
"In fin dei conti, siamo tutti sulla stessa barca", aggiunge E. Out. "Abbiamo bisogno gli uni degli altri al fine di conseguire i nostri obiettivi di sostenibilità, soprattutto tenuto conto il difficile scenario in cui ci troviamo attualmente a operare". Al fine di garantire il conseguimento di tali obiettivi, E. Out era più che mai desideroso di instaurare una collaborazione con IFCO e di adottare le sue innovative soluzioni al fine di agevolare il passaggio a imballaggi più sostenibili.
“Sin dall’inizio, abbiamo deciso di instaurare rapporti con le aziende produttrici e di condividere la responsabilità di tutte le fasi della supply chain”
Quando si parla di prodotti biologici provenienti dall’estero, uno dei principali problemi consiste nel trovare una soluzione di imballaggio adatta a tutte le eventualità. È necessario individuare una soluzione in grado di proteggere adeguatamente questi prodotti delicati durante tutte le fasi di trasporto (marittimo, ferroviario e stradale) senza ripercussioni negative per l’ambiente, le aziende agricole o i rivenditori. Ridurre l’esigenza di ricorrere agli imballaggi monouso rappresenta dunque un elemento fondamentale della soluzione sostenibile formulata da E. Out per il settore biologico.
Questa strategia, che ha avuto inizio alcuni anni fa con la sostituzione degli imballaggi monouso in plastica con unità cliente, ed è ora dedicata agli imballaggi per il trasporto. L’attuale priorità consiste dunque nell’utilizzare maggiormente le cassette di imballaggio riutilizzabili (RPC) IFCO e il sistema di pooling SmartCycle™ piuttosto che i contenitori monouso.
A tal fine, OTC Organics ha condotto un test sul campo utilizzando le RPC IFCO, più precisamente le Black Lift Lock IFCO, per trasportare uva biologica da tavola dall’azienda agricola, Orex Export (Pty), in Sud Africa, ai clienti europei. La struttura innovativa delle cassette IFCO consente all’azienda di fare uso del medesimo tipo di imballaggio riutilizzabile durante tutte le fasi del viaggio, dal paese di origine fino agli scaffali dei supermercati. L’uva biologica viene imballata in modo sicuro nelle RPC IFCO, dove rimane finché il consumatore la depone nel carrello, ancora così fresca che sembra di raccoglierla direttamente dalla vite!
"Dal momento che le aziende agricole biologiche non possono contare sull’elevato tasso di produzione che caratterizza i prodotti convenzionali, eventuali danni o perdite durante il raccolto o in fase di trasporto possono avere per loro conseguenze devastanti", spiega E. Out. "Le RPC IFCO offrono una protezione ottimale da eventuali danni fisici, ad esempio da quelli provocati dai carrelli elevatori".
Non è un segreto che le temperature elevate e un ridotto tasso di umidità contribuiscano alla disidratazione dei tralci dell’uva, rendendo il prodotto meno attraente agli occhi di rivenditori e consumatori. Una volta sistemata con cura nelle medesime RPC IFCO per tutto il suo lungo viaggio, l’uva sudafricana risulta meglio protetta dalla disidratazione. A differenza di numerosi tipi di imballaggi monouso, i contenitori IFCO non assorbono l’umidità, prevenendo così la disidratazione della frutta.
Dal vigneto alle celle frigorifere per arrivare ai rivenditori, l’uva biologica rimane imballata nella medesima cassetta. In questo modo, l’uva rimane ben protetta dalla perdita di umidità fino all’arrivo presso il punto vendita.
In definitiva, questo approccio innovativo riduce anche la necessità di maneggiare il prodotto. Di conseguenza, il sistema one-touch IFCO consente di ridurre i costi di movimentazione e manodopera, nonché i danni ai prodotti e gli sprechi alimentari. Vari studi hanno dimostrato come il trasporto dei prodotti freschi nelle RPC IFCO consenta di ridurre i danni ai prodotti nell’ambito della supply chain up to 96% ciò significa che una maggiore percentuale dei prodotti arriva intatta ai consumatori.
In che modo le cassette IFCO riducono i danni ai prodotti? Per scoprirlo, è necessario ritornare al vigneto. In particolare, è necessario comprendere la natura dei processi di pre-raffreddamento e i problemi specifici legati al mantenimento della catena del freddo durante tutte le fasi del viaggio. L’uva biologica, particolarmente delicata, ha esigenze specifiche.
Come per qualsiasi tipo di verdura o frutta fresca, se si desiderano ridurre i danni ai prodotti e contare su una durata di conservazione prolungata, subito dopo il raccolto è necessario eliminare il più rapidamente possibile il calore generato nei campi. Non appena staccata dai tralci, l’uva inizia a deteriorarsi. Portandola più rapidamente a una temperatura più ridotta, è possibile mantenerne la freschezza e preservarne più a lungo la qualità. Essenzialmente, è necessario rendere il processo di pre-raffreddamento il più efficiente possibile, soprattutto quando si è impegnati nella raccolta di uva biologica, particolarmente preziosa e delicata.
Durante il processo di pre-raffreddamento, si provvede a far passare un flusso d’aria fredda attraverso i pallet carichi di uva pre-imballata. Grazie all’esclusivo design ventilato delle RPC IFCO, il flusso d’aria viene distribuito in maniera ancora più uniforme fra i pallet impilati. Come E. Out può tranquillamente confermare, le cassette aerate IFCO consentono un raffreddamento dell’uva più rapido e uniforme.
"La maggiore rapidità del tasso di raffreddamento offerto dalle RPC IFCO si traduce in un processo più veloce", spiega E. Out. "Ciò consente di risparmiare molto tempo ed energia durante la fase di raffreddamento". Ma qual’è la precisa entità di questi risparmi? Dall’introduzione delle RPC IFCO, Orex Energy (Pty) utilizza minori quantitativi di energia durante il processo di pre-raffreddamento successivo alla vendemmia. Le RPC IFCO garantiscono un processo di raffreddamento forzato più rapido del 25%.
Oltre ai vantaggi legati all’impiego delle RPC IFCO per il trasporto dell’uva biologica, debitamente illustrati in precedenza, E. Out indica le seguenti cinque innovazioni come fondamentali ai fini di una maggiore sostenibilità della supply chain dei prodotti biologici. Sia per le aziende agricole che per i rivenditori i vantaggi diventano ben presto evidenti, offrendoti l’assistenza completa di cui necessiti.
I costi degli imballaggi monouso e delle materie prime sono caratterizzati da grande volatilità e notevoli oscillazioni. Con le RPC IFCO, lo scenario è molto diverso: i costi sono più stabili ed è possibile contare su una maggiore trasparenza.
Il fatto che non è più necessario acquistare anticipatamente imballaggi monouso comporta una riduzione degli investimenti di capitale: questo dettaglio è particolarmente apprezzato dai coltivatori, dichiara E. Out.
Gli imballaggi monouso costringono aziende agricole e rivenditori a gestire una notevole quantità di rifiuti, con ripercussioni non solo sull’ambiente ma anche sul carico lavorativo: lo smaltimento dei rifiuti è un compito imprescindibile. Tutte le RPC IFCO vengono riutilizzate e riciclate: la quantità di rifiuti nei vigneti e presso i punti vendita è dunque pari a zero. Nel complesso, se paragonate alle alternative monouso, le RPC IFCO producono una quantità di rifiuti solidi inferiore dell’86%.
A differenza degli imballaggi monouso, le RPC IFCO sono concepite per essere utilizzate fino a 120 volte dopodiché, al termine della loro vita utile, vengono granulate e utilizzate per crearne di nuove. Ciò consente di ridurre le emissioni di carbonio, sfruttando al meglio le preziose risorse del nostro pianeta.
Le valutazioni del ciclo di vita dimostrano come, rispetto agli imballaggi monouso, le RPC IFCO riducano i consumi complessivi di acqua ed energia. Durante la loro intera vita utile, queste cassette riutilizzabili e interamente riciclabili consentono di ridurre i consumi di acqua ed energia rispettivamente dell’80% e del 64%.
Da questo approfondimento della realtà dell’uva biologica con OTC Organics risulta chiara una cosa: Al fine di far fronte alle emissioni di CO2 generate dall’uva sudafricana destinata al mercato europeo, è necessario adottare un approccio innovativo e multilivello. Dal momento che il numero di fornitori nel mercato estero dei prodotti biologici è molto più ridotto, il settore è caratterizzato da una certa co-dipendenza. Ciò significa che le decisioni vengono prese in consultazione con le aziende agricole.
"In tutte le fasi del processo, lungi dal concentrarci unicamente sui profitti, svolgiamo un ruolo attivo e ci assumiamo la responsabilità di ottimizzare l’intera supply chain al fine di incrementarne la sostenibilità", aggiunge E. Out. "Considerato il difficile contesto macroeconomico, abbiamo bisogno gli uni degli altri per diventare più sostenibili e gestire adeguatamente i costi", prosegue. "Ci siamo sempre assicurati di introdurre misure volte a mitigare i rischi specifici posti dai prodotti biologici, garantendo nel contempo la sostenibilità dell’intera supply chain". Nel corso degli ultimi anni, i rischi in questione sono aumentati.
"Come ogni supply chain, il settore dei prodotti biologici si trova ad affrontare sfide senza precedenti, dall’interruzione degli itinerari di spedizione e dalla volatilità dei costi di trasporto agli effetti devastanti dei cambiamenti climatici nonché, naturalmente, a una serie di drammatici eventi geopolitici", spiega E. Out. La pandemia da COVID-19 non ha fatto che accelerare l’impatto di molti di questi problemi.
Nonostante le difficili circostanze, E. Out rimane ottimista, e ne ha buon motivo. "Abbiamo già pronte le soluzioni", afferma. "Semplicemente, abbiamo bisogno di implementarle su scala più ampia e in maniera più uniforme. E le soluzioni offerte da IFCO sono le migliori. Optare per gli imballaggi standardizzati IFCO è una decisione scontata. Un’adozione più diffusa delle soluzioni IFCO farebbe davvero la differenza e comporterebbe sostanziali cambiamenti sul fronte dei volumi".
E. Out è deciso a formulare nuovi standard per la catena di fornitura di generi alimentari freschi. "Optando per le opzioni più sostenibili da un punto di vista olistico, speriamo che altri operatori nell’ambito della supply chain seguano il nostro esempio", afferma. "Essenzialmente, noi tutti, consumatori inclusi, dobbiamo renderci conto di essere tenuti a collaborare al fine di creare una supply chain sostenibile. Al fine di convincere tutti, è necessario segnalare i veri costi delle nostre scelte alimentari".
"Per l’uva biologica da tavola proveniente dal Sud Africa, la collaborazione fra OTC Organics, Orex Export Pty e IFCO ha un enorme impatto", conclude Out. "Insieme, abbinando il nostro approccio innovativo a soluzioni altrettanto innovative, siamo in grado di fornire ai nostri clienti europei l’uva biologica imballata più sostenibile proveniente dall’estero".
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