Qual è il grado di freschezza di questo prodotto? Come è stato spedito? Da dove arriva? Ben presto, tutte queste informazioni potrebbero essere disponibili tramite le etichette. Durante il viaggio della merce dal coltivatore al consumatore, gli identificatori unici su ciascuna RPC IFCO consentono di raccogliere e immagazzinare i dati relativi a ciascuna spedizione, con conseguente incremento della trasparenza e riduzione dei costi.
"Ehi, guardami! Sono appena arrivata dall’assolata regione di Valencia, in Spagna. Sono diventata tonda e succosa e la mia esposizione ai prodotti fitosanitari è stata minima. Raccolta una settimana fa, sono stata custodita in un contenitore riutilizzabile in plastica ecocompatibile e conservata ad una temperatura ottimale di circa 5°C. Ho viaggiato prevalentemente in treno, così da ridurre le emissioni di CO2 in treno, così da ridurre le emissioni di CO2. Ma la cosa migliore è che oggi sono in vendita! "
Sì, a parlare è proprio l’arancia che tieni in mano… o perlomeno, questo è il messaggio visualizzato sulla tua shopping App mentre percorri la corsia dei prodotti freschi del supermercato. Una simile, assoluta trasparenza è resa possibile dalla tecnologia digitale.
Negli ultimi decenni si è assistito ad un cambiamento dei canali di vendita in un contesto di costante evoluzione delle abitudini di acquisto dei consumatori. Dopo Retail 1.0 (supermercati), Retail 2.0 (ipermercati) e Retail 3.0 (e-commerce), è venuto il turno della digitalizzazione, che sta incrementando l’efficienza dell’industria alimentare e mettendo a disposizione dei consumatori una maggiore quantità di informazioni sulle derrate alimentari. Retail 4.0 (multi/omnicanale) è ormai una realtà.
Laddove la maggior parte dei grandi rivenditori alimentari opera già in un contesto multicanale (in altre parole, i rivenditori dispongono di una o più sedi fisiche unitamente alla presenza online), il sistema di vendita omnicanale crea una correlazione intelligente delle informazioni. In questo contesto si inserisce ad esempio l’uso di App che segnalano ai consumatori presenti nel reparto frutta e verdura la disponibilità di determinate offerte, lasciando la parola alle arance fresche appena arrivate da Valencia.
"In maniera analoga all’evoluzione del settore retail, gli imballaggi dei prodotti freschi e le RPC IFCO hanno registrato una lunga serie di cambiamenti generazionali", spiega Josh Taylor, Manager dell’Asset Management presso IFCO.
Taylor riassume questi cambiamenti in questi termini: Packaging 1.0 (imballaggi standard), Packaging 2.0 (contenitori riutilizzabili in plastica) e Packaging 3.0 (soluzioni digitali in grado di riportare informazioni).
Ciascuna RPC IFCO è identificata in maniera univoca grazie a specifiche etichette: questo sistema è in uso da decenni. "Nel lontano 1992 abbiamo introdotto le RPC IFCO e inventato Packaging 2.0. Dotando già allora i nostri primi contenitori di funzionalità di ricerca e tracciabilità, ci siamo inoltre imposti come leader tecnologici", conclude Taylor.
Sulle RPC IFCO, l’identificatore globale di risorsa restituibile (Global Returnable Asset Identifier o GRAI) è memorizzato in due diversi formati. Il primo è un sistema ottico, uno schema bidimensionale a matrice di dati solitamente noto come codice a matrice di dati (sigla che sta per "quick response", vale a dire "risposta rapida"). Il codice specifico viene decifrato da uno scanner, che legge lo schema come se si trattasse di un numero di serie e lo immette nel sistema.
Il secondo sistema trasmette le informazioni per via aerea tramite dispositivi di identificazione delle frequenze radio (radio frequency identification o RFID). Un minuscolo teletransponder all’interno del tag RFID provvede all’invio al lettore di dati come un codice di identificazione.
I due diversi formati di identificazione sulle RPC IFCO consentono di soddisfare i requisiti immediati della supply chain, offrendo nel contempo una flessibilità sufficiente per risultare compatibile con i vari sistemi utilizzati dai clienti, nonché con le innovazioni tecnologiche introdotte durante il lungo ciclo di vita dei nostri contenitori.
Per ricerca si intende la capacità di seguire i prodotti freschi in tempo reale, mentre la tracciabilità consiste nella capacità di monitorare gli eventi lungo tutte le fasi della supply chain. I parametri di ciascun evento vengono memorizzati e i relativi dati vengono debitamente raccolti. Ciò
Per quanto chiari appaiano questi vantaggi al momento attuale, la tecnologia digitale è soggetta a mutamenti rapidissimi. Fra i problemi che IFCO si è trovata ad affrontare si annoverava dunque la necessità di individuare, sviluppare e adottare formati in grado di mantenere la propria leggibilità e di trasmettere le informazioni in maniera affidabile durante la vita utile delle RPC, che spesso dura anche più di un decennio.
Taylor dichiara che sono stati valutati numerosi sistemi di identificazione analizzandone fruibilità e adattabilità. Abbiamo selezionato sistemi basati su due diverse tecnologie per identificare ogni singola RPC IFCO. Una è visiva, imperniata su uno schema a matrice di dati, e un’altra consistente in una soluzione di identificazione delle frequenze radio basata sulla trasmissione (RFID). Perché due tecnologie diverse?
"Questa combinazione ha più probabilità di risultare compatibile con i vari sistemi utilizzati dalla clientela", spiega Taylor. "Inoltre, è possibile che l’etichetta con codice Data Matrix possa subire abrasioni o che il sistema RFID si guasti. Utilizzando due sistemi, possiamo sempre contare su un piano di emergenza."
A ciascuna RPC IFCO viene assegnato un codice univoco, un identificatore globale di risorsa restituibile (Global Returnable Asset Identifier o GRAI), analogo al numero di serie su un prodotto fabbricato. Grazie a questo codice, la cassetta rimane unica e identificabile per l’intera durata della sua vita utile. Tuttavia, come dice già il nome, il GRAI riguarda specificamente le risorse restituibili, consentendo al proprietario di ricercarne o tracciarne le coordinate nell’ambito del sistema di pooling.
L’etichetta o codice assegna a ciascuna RPC IFCO è un’identità, nonché la capacità di memorizzare dati. "I coltivatori avvertono già la necessità di documentare le spedizioni effettuate, e sempre più di frequente lo fanno secondo modalità digitali, utilizzando fra l’altro i codici GRAI delle RPC IFCO", prosegue Taylor. "Così, al destinatario successivo delle merci non resta che scansionare l’etichetta, senza alcun bisogno di immettere nuovamente i dettagli". Ecco come questa catena potrebbe funzionare in pratica:
Durante la crescita e successivamente al momento della raccolta, i produttori provvedono già a immettere digitalmente nei propri sistemi i dettagli relativi alle colture. Con l’identificazione di una determinata spedizione e del relativo codice GRAI, si dispone già dei dati relativi alle modalità di coltivazione del prodotto e alla data di inizio del suo itinerario.
Durante il trasporto dei prodotti freschi, il mantenimento della catena del freddo è fondamentale. Gli operatori logistici monitorano digitalmente temperature e umidità delle unità a bordo, unitamente agli identificatori delle RPC IFCO, durante le varie fasi di spedizione e fino all’arrivo presso il centro di distribuzione. In viaggio, gli operatori possono inviare un messaggio prima di arrivare con, ad esempio, una partita di arance di Valencia.
Nei magazzini, i dati identificativi incrementano l’efficienza delle operazioni segnalando agli operatori il contenuto preciso delle spedizioni in arrivo, che possono quindi venire inoltrate con la massima rapidità. I sistemi automatizzati scansionano costantemente gli imballaggi e assegnano i colli all’area di spedizione corretta o, nel caso di spedizioni urgenti, li inviano direttamente alla zona di carico, secondo una procedura nota come cross-docking.
L’uso degli identificatori semplifica inoltre le operazioni di voice-picking, in quanto i dettagli delle spedizioni sono già disponibili. "Gli identificatori sono necessari per numerose strategie e tecnologie di picking", spiega Taylor. "Il sistema logistico di magazzino può quindi individuare il modo più efficiente di trasportare ciascuna RPC IFCO nell’area di vendita delle merci ."
Anche per i rivenditori, ricevere i dati in anticipo rappresenta un vantaggio. Queste procedure di pianificazione intelligente contribuiscono a ridurre i rifiuti e promuovono il metodo FIFO (first-in-first-out), garantendo così la massima freschezza dei prodotti esposti. I responsabili dei punti vendita possono evitare episodi di esaurimento delle scorte a scaffale, perché sono a conoscenza dell’esatto contenuto dei contenitori in arrivo e di quali necessitano di venire riforniti o riempiti.
E una volta che la merce arriva in corsia, è possibile trasmettere elettronicamente i relativi dati ai cartellini dei prezzi sugli scaffali o addirittura alle App dei consumatori. I consumatori possono contare sulla massima trasparenza sulle varie fasi della catena di fornitura: a raccontare tutta la storia sono le arance stesse.
Taylor spiega come il monitoraggio dei dati consenta inoltre di scoprire la causa di danni superiori al previsto o furti in qualsiasi fase della catena di fornitura. Un ulteriore essenziale vantaggio consiste nella capacità di cercare e tracciare individualmente le RPC IFCO vuote nel corso dei processi di lavaggio, in modo da verificarne pulizia e igiene.
Quando parliamo di RPC 4.0, l’impiego di imballaggi intelligenti o smart non comporta semplicemente la memorizzazione di dati, ma una vera e propria aggiunta di logica. Ciò consente non soltanto di pianificare le operazioni di magazzino decidendo la destinazione dei contenitori in arrivo, ma anche di imparare dalle esperienze passate. "Se si è a conoscenza di come si sono spostate le RPC IFCO al loro ultimo passaggio in magazzino o presso il punto vendita", dichiara Taylor, "è possibile ricorrere a tecniche di apprendimento automatico al fine di formulare strategie per rendere le operazioni più rapide ed efficienti all’occasione successiva. Per riuscirci, è necessario disporre di contenitori riutilizzabili e tecnologie standardizzate."
"Benché il nostro settore non veda ancora un impiego generalizzato di tecnologie di ricerca e tracciabilità end-to-end, vi sono pool e casi d’uso di entità più ridotte in cui le spedizioni vengono gestite interamente tramite RFID", aggiunge Taylor. "Inoltre, la digitalizzazione è in aumento. Le soluzioni RPC 4.0 fanno parte delle tecnologie abilitanti che offriamo alla clientela e che possono promuovere e favorire una maggiore trasparenza nell’intero settore"
Iscriviti ora alla nostra newsletter!
Ricevi approfondimenti dedicati alla catena di approvvigionamento dei prodotti alimentari freschi direttamente nella tua casella di posta. Siamo entusiasti di aiutarti a navigare tra le principali opportunità di questo importante settore.